Ti è capitato di vedere in enoteca o al supermercato quelle strane etichette che dicono “prodotto tracciato su blockchain“, e vuoi saperne di più?
Sei nel posto giusto!
In questo articolo affronteremo in ordine:
- Cosa significa tracciabilità blockchain
- Quali tipi di tracciabilità esistono
- Come puoi tracciare i tuoi prodotti
- Quanto costa tracciare su blockchain
Tracciabilità blockchain: cos’è e a cosa serve
Che differenza c’è tra la tracciabilità normale e quella blockchain?
La differenza sta nel modo in cui vengono salvati i dati: nel secondo caso infatti tutte le informazioni sul prodotto vengono salvate per l’appunto su una blockchain, una speciale rete di computer che rende il dato sostanzialmente immune alla contraffazione (a questo link trovi la blockchain spiegata facile facile).

Ciò è ovviamente molto importante per il consumatore, perchè gli consente di conoscere senza ombra di dubbio la storia di quello che sta mangiando o bevendo.
Infatti queste informazioni vengono poi rese accessibili tramite varie tecnologie (che affrontiamo più avanti nell’articolo), come il QR code, che permette di avere la storia del prodotto sempre a portata di smartphone
Una storia scolpita nella pietra (digitale)
Tracciare su blockchain significa dire:
“Ecco, questo è il mio prodotto e come l’ho fatto, te lo scrivo e te lo firmo, anzi, lo voglio scolpito nella pietra!”
Un produttore responsabile
Significa quindi prendersi piena responsabilità della propria filiera di fronte ai consumatori, creando il massimo grado di trasparenza e di fiducia consentito dalle nostre tecnologie.
Un produttore che traccia su blockchain si distingue dagli altri per l’attenzione dedicata non solo a vendere, ma anche e soprattutto ad informare e educare sulla qualità dei prodotti.
Dal produttore al consumatore: codice QR e RFID
Ci sono varie tecnologie che permettono ai consumatori di accedere alle informazioni fornite dai produttori, ma le più utilizzate sono sicuramente i codici QR e le etichette RFID.
Cosa sono i codici QR? Sono quelle immagini quadrate e pixelate che vediamo sempre più spesso su internet o in giro per le nostre città. Questi codici possono essere scansionati dal tuo smartphone tramite la fotocamera sugli iPhone o tramite app apposite sui telefoni Android.

Quando scansioni un codice QR il tuo telefono ottiene un’informazione testuale, solitamente l’indirizzo di un sito, al quale puoi collegarti per ricevere informazioni sull’oggetto che stai scansionando: nel caso di un prodotto agroalimentare potresti essere portato alla pagina web che ne racconta la storia.
E le etichette RFID? Proprio come i QR code, i tag RFID trasmettono un’informazione al tuo cellulare, ma lo fanno con le onde radio: per leggerli ci devi passare il telefono sopra con l’opzione NFC attivata.
Quali tipi di tracciabilità esistono?
Iniziamo col dire che non esiste tanto una soluzione unica per la tracciabilità blockchain, quanto un’insieme di soluzioni diverse, più o meno adatte ai vari processi produttivi e alla dimensione dell’azienda.
Come produttore potresti ad esempio scegliere di tracciare solo parti della tua filiera, che magari consideri più importanti ai fini di comunicare la qualità del tuo prodotto, oppure scegliere di tracciare ogni dettaglio della produzione e della logistica dei prodotti, dalla materia prima alla distribuzione.
Ci sono anche differenze nel tipo di dati che vengono registrati e nelle tecnologie utilizzate per raccoglierli: i produttori più grandi e collegati alla grande distribuzione potrebbero decidere di utilizzare sensori, droni e altri dispositivi IoT, mentre un piccolo produttore potrebbe scegliere di registrare manualmente le informazioni che ritiene più importanti.
Per semplicità distinguiamo in tre tipologie:
1. Tracciabilità di primo livello: la micro impresa
Spesso i proprietari di piccole imprese non hanno i mezzi finanziari per investire in un complesso sistema di sensori e dispositivi IoT. Per questo sempre più produttori si stanno affidando a soluzioni di “primo livello“, molto più economiche, in cui l’inserimento dei dati è affidato al produttore e ai suoi operatori.
Questo può avvenire in due modalità: la prima è l’autocertificazione di un “racconto di filiera”, ossia una descrizione delle modalità in cui il prodotto viene lavorato: un viticoltore potrebbe registrare le caratteristiche del terreno e della vigna, un casaro potrebbe concentrarsi sulla temperatura di coagulazione e gli innesti utilizzati, o ancora il produttore di cachemire potrebbe evidenziare l’attenta selezione delle fibre utilizzate. Questa raccolta di informazioni viene preparata dal produttore e poi registrata con la tecnologia blockchain.
La seconda è l’autocertificazione della tracciabilità vera e propria: mano a mano che il prodotto viene lavorato, il produttore inserisce nel sistema le informazioni chiave sul singolo passaggio di filiera, come data e modalità di lavorazione, e le registra in tempo reale sul database blockchain.

Questo tipo di tracciabilità non è tanto orientata all’effettiva rintracciabilità del singolo lotto (per richiami di prodotti ad esempio), quanto piuttosto a ottenere una comunicazione più trasparente con il consumatore: per questo è spesso considerata una forma di storytelling piuttosto che di tracciabilità nel senso tradizionale.
2. Tracciabilità di secondo livello: la media impresa
Un’azienda più grande potrebbe decidere di investire in un sistema completo di sensoristica IoT. In questo caso il produttore può scegliere tra due possibilità per registrare le informazioni: integrazione con i software aziendali oppure inserimento manuale.
La prima opzione è sicuramente più affidabile rispetto al precedente, poichè i dati raccolti passano direttamente dalla fonte alla blockchain, con un rischio minore di manomissione dell’informazione. Tuttavia è anche la più dispendiosa a livello di capitale iniziale, perchè richiede un’integrazione completa della piattaforma blockchain scelta con i software già utilizzati dall’azienda per la raccolta dati e la tracciabilità.

Purtroppo molti di questi applicativi non prevedono la possibilità di esportare direttamente ad altri programmi, e pertanto queste integrazioni possono essere assai complesse e dispendiose, anche per un’azienda di medie dimensioni.
La seconda opzione, ossia l’inserimento manuale, richiede invece il lavoro di un addetto che copi i dati dai sensori e li riporti sulla blockchain. Questa soluzione, sebbene consenta un risparmio sull’investimento iniziale, comporta un sacrificio in termini di sicurezza, in quanto il passaggio dai sensori alla blockchain passa per l’intervento umano.
3. Tracciabilità di terzo livello: la GDO
I sistemi più complessi di tracciabilità blockchain li troviamo sicuramente nella Grande Distribuzione Organizzata: i grandi gruppi del Food hanno infatti delle filiere molto articolate, che coinvolgono numerosi produttori, trasformatori e fornitori di servizi, e producono grandissime quantità di lotti di ciascun prodotto.
In questo scenario risulta ancora più importante la capacità di rintracciare con precisione la storia degli alimenti, con o senza blockchain: questa tecnologia dà però la garanzia che le informazioni registrate non vengano modificate, e che non ci sia spazio di interpretazione nell’attribuire gli errori all’una o all’altra parte della catena produttiva.
Cosa serve per tracciare su blockchain?
Dipende tutto da quale strada vuoi scegliere: per realizzare una vera e propria tracciabilità blockchain (secondo e terzo livello) avrai bisogno di posizionare dei sensori nei punti critici della tua filiera, e integrare i tuoi sistemi con un software blockchain che crei le registrazioni.
Se invece opti per una tracciabilità di primo livello, molto probabilmente sei pronto a partire! La prima cosa da fare è individuare tutto ciò che rende il tuo prodotto speciale: il tuo territorio, i procedimenti che usi, la tua attenzione a non utilizzare sostanze nocive nella lavorazione… Tutto ciò che può distinguerti dalla concorrenza e comunicare la qualità del tuo prodotto.

Una volta che hai definito la storia del tuo prodotto, puoi trovare delle foto e dei video che possano comunicare anche in maniera visiva i valori della tua azienda. Puoi mostrare le varie fasi di lavorazione, i tuoi stabilimenti, ma anche e soprattutto le tue persone, in modo che il consumatore possa dare un volto al tuo prodotto e rafforzare la sua fiducia nel tuo brand.
Quando hai raccolto tutte le informazioni devi solo trovare un servizio o una società che ti aiuti a registrarle sulla blockchain, e ti fornisca il QR code da inserire sul tuo packaging. Questo può essere fatto nell’etichetta, con un leggero cambio nel design, oppure direttamente applicando un bollino aggiuntivo sulla confezione.
Quanto costa tracciare i prodotti sulla blockchain?
È difficile stabilire a priori un prezzo su questo tipo di software.
Il costo dipende in gran parte dai tuoi requisiti: dal tipo di tracciabilità che desideri, dal numero di prodotti che vuoi tracciare e dal dettaglio che hai raggiungere, dal tuo avere già o voler installare un sistema di sensoristica IoT.
Questa tecnologia è molto avanzata, e spesso le società in questo settore creano prodotti su misura per il singolo produttore.
Ci sono delle eccezioni: QualityChain ad esempio offre un abbonamento annuale a partire da € 249, senza costi iniziali, mentre altri, come IBM Food Trust e Foodchain, hanno optato per una combinazione di costo iniziale di installazione e canone annuo.
Altre aziende, come TE-FOOD, EZ Lab, FoodLogiQ, Ambrosus e ValueGO, sono invece più improntate sul modello custom, realizzando progetti ad hoc e valutando caso per caso i costi di realizzazione.
Conclusioni
Siamo in un momento chiave dell’adozione dei questa tecnologia nell’industria del Food&Drink. Se scegli di essere uno dei primi a tracciare i tuoi prodotti su blockchain è indubbio che risalterai tra la folla, in particolare in un settore spesso poco innovativo come quello agroalimentare. Un bollino “tracciato su blockchain” attira l’occhio del consumatore, su questo non c’è dubbio.
Ma dobbiamo guardare più lontano. Andiamo verso un mondo in cui questo tipo di tecnologia diventerà la norma, in cui tutti i prodotti verranno tracciati su blockchain, in cui la fiducia dei consumatori sarà già cementata su nuovi marchi, nuovi sapori.
Secondo molti è proprio questo il momento giusto per iniziare a costruire questa fiducia, per la piccola impresa come per la grande, ed è il momento di fare il passo più lungo degli altri e posizionarsi come innovatori e pionieri del settore.
[Articolo aggiornato il 4 Marzo 2021]