L’azienda pugliese d’eccellenza, produttrice di pasta biologica fatta al 100% con grano Senatore Cappelli, ha deciso di utilizzare Qualitychain per condividere la sua storia con i consumatori.
Non accade spesso che amore, business e tradizione riescano a unirsi in un unico prodotto.
Ma quando accade il risultato è eccezionale! È il caso della pasta Sanabea, che da oggi fa parte della famiglia QualityChain.
Nata nel 2011, un periodo di profonda crisi e recessione, l’azienda agricola Sanabea trova la sua ispirazione nella vita e nella famiglia: la nascita della piccola Beatrice spinge Costantina Tavani a un ritorno alla terra, a una visita al nonno Italo, agricoltore per vocazione, e alla nascita di Sanabea, un brand che parla di genuinità e semplicità.
La pasta di Sanabea nasce tra le colline di Chieuti, un paesino di appena 1800 abitanti in provincia di Foggia, a pochi chilometri dal mare Adriatico.
La gente di Chieuti è fiera, paziente, operosa.
Impariamo da Italo e il suo grande amore per la terra benedetta, nonostante le difficoltà.
Impariamo dal maestro Antonio chi siamo e da dove veniamo.
Impariamo da Margherita l’abilità di ammassare il pane, da nonna “Angiulina” l’abilità di fare la pasta.
Siamo attenti, osservatori di una realtà bella, quella che crede nel buono nel bello nel vero.
Siamo consapevoli che dentro ad ogni gesto ad ogni azione sta il passo verso il proprio destino.
sanabea.it
Le colline di Chieuti: è qui che nasce la pasta Sanabea
Per produrre la sua pasta Sanabea utilizza unicamente grano Senatore Cappelli, in assoluto tra i cultivar di grano più pregiati.
Definito “razza eletta” negli anni ’30 – ’40, è un frumento duro, aristato (cioè dotato di ariste, i filamenti che si notano nelle graminacee), ottenuto per selezione genealogica a Foggia, nel 1915 da Nazareno Strampelli. Non ha mai subito le alterazioni delle tecniche di manipolazione genetica dell’agricoltura moderna, che sacrificano sapore e contenuto tradizionale a vantaggio di rendimento elevato.
Sanabea conserva il grano in silos biocertificati, e lo macina esclusivamente a pietra in mulini selezionati, con una tecnica innovativa che permette di ottenere farina 100% integrale, amalgamando perfettamente il germe e il rivestimento esterno con la farina.
È con grande piacere che il team di QualityChain ha aiutato Costantina a raccontare la sua pasta ai suoi clienti. Da oggi infatti ogni pacco di pasta Sanabea riporterà un codice QR a forma di spiga di grano, attraverso il quale i consumatori potranno scoprire la storia dell’azienda e tutte le fasi di lavorazione della pasta, descritte nel dettaglio con immagini e parole di prima mano.
L’etichetta Qualitychain che permette di scoprire la storia della pasta Sanabea
“Siamo sempre più convinti che parlare di materie prime di qualità non vuol dire che queste lo siano.” dice Costantina Tavani, titolare di Sanabea “C’è bisogno di scriverlo, certificarlo, rendendo la filiera trasparente e il procedimento univoco e chiaro a tutti ovunque venga portato e vuol dire anche e soprattutto assumersi tutte le responsabilità davanti ai consumatori.”
Per questo motivo tutte le informazioni sono state certificate tramite tecnologia blockchain, (spiegata facile facile qui), che rende le informazioni sicure, indelebili e sempre verificabili dai consumatori, a testimoniare la volontà di Sanabea di rendere la propria filiera completamente trasparente e responsabile.
About QualityChain
QualityChain aiuta le PMI del comparto agroalimentare italiano a trasformare i loro prodotti da semplici oggetti in esposizione a vere e proprie esperienze digitali capaci di esaltare la loro l’unicità. QualityChain è uno spazio trasparente, a portata di smartphone, in cui condividere con i consumatori la storia e i valori dei piccoli produttori italiani, una vetrina da cui osservare le mani sapienti che lavorano la terra, il vino, il pane, e tutto ciò che di buono producono le nostre aziende.
La storica azienda De Toma, eccellenza vitivinicola del Bergamasco, ha deciso di utilizzare QualityChain per raccontare i suoi valori e le sue tecniche di produzione.
Sono poche le realtà vitivinicole in Italia che possono vantare la storia e l’eredità della Cantina De Toma: oltre un secolo di produzione e salvaguardia del Moscato di Scanzo, la cui prima bottiglia prodotta dalla famiglia De Toma risale al 1894, ben 126 anni fa.
Questa dedizione si riconferma anche nel 2020: grazie alla collaborazione con QualityChain infatti, il Moscato di Scanzo De Toma è divenuto il primo moscato tracciato su blockchain.
La famiglia De Toma, oggi alla quarta generazione
Questo vino ha origini antichissime. Si hanno i primi riferimenti storici nel 1300, quando i Guelfi si impossessarono di 42 carri di Moscato Rosso di Scanzo, e il suo successo perdura nei secoli: nella prima metà dell’800 l’architetto Giacomo Quarenghi, proprietario originale dei terreni che ora costituiscono la tenuta De Toma, lo portò in dono alla zarina Caterina II di Russia. Da qui in poi il Moscato conquistò il mercato inglese, diventando, nel 1850, il primo vino italiano quotato nella borsa di Londra.
Una storia lunga e gloriosa dunque, che ha portato infine il Moscato di Scanzo ad ottenere il riconoscimento della DOC nel 2002 e della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) nel 2009, prima e unica DOCG di Bergamo e quinta in Lombardia.
Le colline di Scanzorosciate sono l’unica zona in cui viene prodotto il Moscato di Scanzo
La denominazione comprende la sola zona collinare del comune di Scanzorosciate in provincia di Bergamo, nella quale ad oggi solo 31 ettari sono vitati a Moscato di Scanzo, rendendo il Moscato di Scanzo la più piccola DOCG d’Italia.
Le storia di questo vino, le sue tecniche e la tradizione De Toma sono oggi raccontate e rese indelebili grazie a QualityChain, che utilizza la tecnologia blockchain (spiegata facile facile qui) per rendere le informazioni sicure e sempre verificabili dai consumatori.
La controetichetta di QualityChain con il qr a forma di calice
Sarà possibile infatti, scansionando il QR code a forma di calice nella controetichetta della bottiglia, scoprire la storia, i valori e le tecniche di produzione che stanno dietro a questa eccellenza lombarda, e verificarle tramite l’apposita prova blockchain. Tutto a portata di smartphone, utilizzando solo la fotocamera, nel caso degli iPhone, o un’App di scansione QR in caso di dispositivo Android.
About QualityChain
QualityChain aiuta le PMI del comparto agroalimentare italiano a trasformare i loro prodotti da semplici oggetti in esposizione a vere e proprie esperienze digitali capaci di esaltare la loro l’unicità. QualityChain è uno spazio trasparente, a portata di smartphone, in cui condividere con i consumatori la storia e i valori dei piccoli produttori italiani, una vetrina da cui osservare le mani sapienti che lavorano la terra, il vino, il pane, e tutto ciò che di buono producono le nostre aziende.
Il QR code sta entrando sempre di più nelle nostre vite: tra gli scaffali del supermercato, alle fermate dei bus, o addirittura sulle nuove fatture elettroniche. Ma perchè? Perché funziona! E in questo articolo scoprirai come.
A cosa serve il QR code? Come funziona? Sono molte le domande che ci vengono in mente quando vediamo questi strani quadratini stampati dappertutto.
Rispondiamo innanzitutto alla prima domanda!
Collegare il mondo fisico a quello digitale.
Da più di dieci anni a questa parte, lo smartphone ha rivoluzionato le nostre vite: abbiamo tutta la potenza del web nelle nostre tasche, e tuttavia la stragrande maggioranza delle esperienze che viviamo giorno per giorno non si avvantaggiano di questo nostro nuovo “superpotere”. La maggior parte delle informazioni è infatti riportata direttamente sulle etichette e sul packaging, che hanno uno spazio limitato e ha l’importantissima funzione di attrarre visivamente il consumatore.
I QR code consentono di collegare i prodotti fisici, che noi possiamo vedere e toccare, alle esperienze digitali: siti web, video, applicazioni, realtà aumentata. Come ci riescono? Tramite una semplice scansione del QR tramite la fotocamera dello smartphone.
Molti dei nostri clienti vorrebbero dare di più ai loro consumatori, ad esempio contenuti o informazioni sulle proprietà, sulla provenienza o sulla storia dei loro prodotti. Quando consigliamo loro di utilizzare i codici QR spesso veniamo bombardati dalle domande:
“Ma poi le persone devono scaricare un’app?”
“E se poi voglio cambiare il link?”
“Ma poi la gente li usa davvero?”
Se anche tu hai questi dubbi, sei nel posto giusto! Ti dimostreremo come il QR code sia ancora il modo più efficace per fornire ai tuoi clienti un’esperienza più completa e appassionante del tuo prodotto.
Scoprire di più sui tuoi clienti
Con i QR code puoi scoprire molte nuove informazioni sul tuo mercato
Sapevi che grazie ai QR code puoi ottenere un sacco di informazioni utili sulla tua clientela? Quando un utente si collega a un tuo sito web puoi scoprire molte informazioni sul suo conto: se è uomo o donna, quanti anni ha, dove vive, i suoi interessi… I QR code, se usati nel modo giusto, possono darti un’immagine nitida del tuo segmento di mercato, e indicarti possibili corsi d’azione per aumentare il coinvolgimento dei consumatori e le vendite dei tuoi prodotti.
Ora che sai a cosa serve il QR code passiamo alla fase successiva: come lo utilizzo?
Come leggere i QR code: serve un’App?
Questa è in assoluto la domanda più frequente (e legittima!), e la risposta è: dipende dallo smartphone, ma in generale no! Infatti la maggior parte delle persone che hanno aggiornato il proprio sistema operativo negli ultimi 3 anni possono eseguire la scansione di un codice QR senza bisogno di app aggiuntive.
Per chi ha un iPhone nessun problema: dal modello 5s in poi (un telefono rilasciato nel 2013!) tutti i dispositivi Apple possono scansionare un QR code usando solamente la fotocamera dello smartphone.
Per chi ha Android la situazione è leggermente diversa: tutti i dispositivi con Android 9 o superiore possono leggere i QR senza bisogno di App esterne, attivando la funzione “Google Lens” della fotocamera. Tuttavia a Marzo 2020 solo il 40% dei dispositivi dispongono della più recente versione di Android. Che significa per tutti gli altri?
Ebbene sì, ci sarà bisogno di scaricare un’App. Ma attenzione! Si tratterà un lettore generico di QR code, che quindi ti consentirà di leggere TUTTI i QR code, su qualsiasi prodotto di qualsiasi marchio, non solo quelli legati a un particolare marchio o sito.
Questo significa anche che i tuoi consumatori, se hanno già usato un QR code in passato, con tutta probabilità hanno già questo una di queste applicazioni installate sul loro smartphone.
A questo punto mi chiederai: ma quale App per leggere i QR dovrei scaricare?
Ce ne sono davvero a bizzeffe, ma io ti consiglio questa, che è una delle poche senza annunci pubblicitari. Basterà avviare l’app, inquadrare il codice QR e potrai immediatamente accedere ai contenuti che racchiude.
Come faccio a creare il mio QR code?
Creare un QR è semplice, veloce e costa ZERO!
Non farti impressionare da quelli che lo fanno sembrare un lavoro estremamente complicato e che necessita di competenze da hacker: puoi farlo tu stesso, senza alcun costo, in pochi minuti. Come si fa?
Innanzitutto devi decidere quale esperienza digitale vuoi offrire ai tuoi clienti. Dove deve portarli il codice QR? Al tuo sito, al tuo e-commerce, al tuo video su youtube?
Una volta che hai deciso questo punto fondamentale, sei pronto a procedere. Prendi l’indirizzo web della risorsa che hai scelto, e vai su un sito come QR Code Generator.
Se non ti interessano colori o forme particolari, per creare il codice basterà incollare l’indirizzo web della tua esperienza digitale nel campo apposito. In un istante vedrai apparire il tuo nuovo codice QR nel riquadro sulla destra, e potrai scaricarlo in formato digitale per poi stamparlo e applicarlo sui tuoi prodotti, senza scadenze o limiti di utilizzo!
Ok ho il mio QR… E adesso dove lo metto??
Un Qr code può essere stampato su tutti i materiali e le superfici, e per funzionare alla perfezione necessita di dimensioni minime di 1 cm x 1 cm.
Non molto vero? Noi comunque consigliamo ai nostri clienti di dedicare uno spazio di almeno 2 cm x 2 cm, per massimizzare la visibilità e la leggibilità.
Quando c’è da decidere dove posizionare il QR code bisogna farsi innanzitutto una domanda: il mio prodotto ha un packaging personalizzato, utilizza una confezione generica o è venduto senza packaging?
Caso 1: codice QR su confezione personalizzata.
Nel primo caso la risposta è semplice: l’ideale è creare un nuovo design della confezione che includa anche un piccolo spazio per il codice, insieme ad una breve frase che inviti il consumatore a scansionarlo.
Sul fronte o sul retro? La posizione del QR dipende da cosa vuoi ottenere.
Se la tua intenzione è quella di attrarre nuovi consumatori e aumentare le vendite, l’ideale è posizionare il codice sul fronte della confezione: in questo modo il codice verrà visto dalle persone anche quando il prodotto è esposto sugli scaffali dei negozi, e potrà incuriosire il consumatore e indurlo a scegliere il tuo prodotto piuttosto che quello della competizione.
Se invece la tua intenzione è quella di fidelizzare ulteriormente i clienti che hai già acquisito, sarà sufficiente posizionarlo sul retro della confezione, impattando in maniera minore il design e lasciando che il consumatore lo scansioni in un secondo momento, magari a casa e con più calma.
Un’alternativa che non intacca la confezione originale è quella della targhetta col cordino o del cartoncino esterno, posizionato ad esempio sul collo di una bottiglia. Questa soluzione permette di non dover rifare le etichette e le confezioni, ma richiede più tempo nella preparazione del packaging.
Caso 2: codice QR su packaging alimentare generico
Se non hai la possibilità di modificare il design della tua confezione, l’alternativa più semplice e veloce è senza dubbio l’etichetta adesiva. Economica, rapida da applicare e appariscente, l’etichetta permette di applicare un codice QR a praticamente qualsiasi prodotto confezionato.
Caso 3: codice QR su prodotto senza confezione
Prodotti freschi, come possono essere frutta sfusa o panini, non consentono di applicare direttamente un codice QR. In questo caso la scelta migliore è probabilmente quella di posizionare il codice direttamente nell’espositore, tramite un cartellino in plastica o cartoncino.
Un’altra valida alternativa può essere quella di fornire ai negozianti degli incarti o dei volantini, che possano essere consegnati al cliente quando acquista il tuo prodotto.
Cosa succede se voglio cambiare il link?
I codici QR possono essere programmati per essere dinamici. Ciò significa che puoi reindirizzare i clienti dal collegamento vecchio a uno nuovo, e assicurarti che il cliente venga collegato sempre al contenuto giusto.
Per questo tipo di opzioni però dovrai rivolgerti a figure più specializzate: al contrario della creazione di un semplice QR code, questo tipo di sistema richiede competenze informatiche più avanzate.
Statistiche di utilizzo dei QR code
“Ma chi li usa questi codici QR??” Chiunque sia andato in Cina negli ultimi anni sa perfettamente come può apparire un mondo in cui tutti usano i codici QR: grazie alla forte spinta dell’App WeChat, il quadratino magico è diventato di uso comune per pagamenti, visite a siti web, interazioni contactless e molto altro. Tuttavia le cose stanno cambiando anche fuori dalla Cina, in particolare da noi in Europa e dai nostri amici americani.
In un recente report di Statista si stima che negli Stati Uniti saranno 11 milioni le famiglie che scansioneranno un codice QR nel 2020, mentre erano solo 9,78 milioni nel 2018.
In Europa la situazione è ancora più promettente: il 25-30% della popolazione sa utilizzare i codici QR e lo fa abitualmente!
Ma qual è il profilo tipico dello scansionatore folle di QR Code?
Le ricerche mostrano che gli utilizzatori sono di età compresa tra i 24 e i 54 anni, con l’utilizzo massimo tra i 34 e i 44 anni: se la tua clientela è compresa in questa fascia considera l’uso di codici QR sui tuoi prodotti!
Da dove iniziare
Se vuoi sapere di più sull’utilizzo dei QR code per raccontare la storia dei tuoi prodotti, sentiti libero di scriverci senza impegno a [email protected]. Ti daremo qualche consiglio e sapremo indicarti a chi rivolgerti in base ai tuoi bisogni.
Se sai già il fatto tuo, potrebbe interessarti QualityChain. Si tratta di un servizio in abbonamento che ti permette di raccontare la storia del tuo prodotto tramite codice QR, in maniera facile e veloce, e garantirla grazie alla tecnologia Blockchain (se non sai cosa sia clicca qui). Dacci un’occhiata sul sito ufficiale!
Che differenza c’è tra la tracciabilità normale e quella blockchain?
La differenza sta nel modo in cui vengono salvati i dati: nel secondo caso infatti tutte le informazioni sul prodotto vengono salvate per l’appunto su una blockchain, una speciale rete di computer che rende il dato sostanzialmente immune alla contraffazione (a questo link trovi la blockchain spiegata facile facile).
La blockchain permette di rendere sicure le informazioni sulla filiera di un prodotto.
Ciò è ovviamente molto importante per il consumatore, perchè gli consente di conoscere senza ombra di dubbio la storia di quello che sta mangiando o bevendo.
Infatti queste informazioni vengono poi rese accessibili tramite varie tecnologie (che affrontiamo più avanti nell’articolo), come il QR code, che permette di avere la storia del prodotto sempre a portata di smartphone
Una storia scolpita nella pietra (digitale)
Tracciare su blockchain significa dire:
“Ecco, questo è il mio prodotto e come l’ho fatto, te lo scrivo e te lo firmo, anzi, lo voglio scolpito nella pietra!”
Un produttore responsabile
Significa quindi prendersi piena responsabilità della propria filiera di fronte ai consumatori, creando il massimo grado di trasparenza e di fiducia consentito dalle nostre tecnologie.
Un produttore che traccia su blockchain si distingue dagli altri per l’attenzione dedicata non solo a vendere, ma anche e soprattutto ad informare e educare sulla qualità dei prodotti.
Dal produttore al consumatore: codice QR e RFID
Ci sono varie tecnologie che permettono ai consumatori di accedere alle informazioni fornite dai produttori, ma le più utilizzate sono sicuramente i codici QR e le etichette RFID.
Cosa sono i codici QR? Sono quelle immagini quadrate e pixelate che vediamo sempre più spesso su internet o in giro per le nostre città. Questi codici possono essere scansionati dal tuo smartphone tramite la fotocamera sugli iPhone o tramite app apposite sui telefoni Android.
I codici QR sono sempre più diffusi nei nostri negozi e supermercati.
Quando scansioni un codice QR il tuo telefono ottiene un’informazione testuale, solitamente l’indirizzo di un sito, al quale puoi collegarti per ricevere informazioni sull’oggetto che stai scansionando: nel caso di un prodotto agroalimentare potresti essere portato alla pagina web che ne racconta la storia.
E le etichette RFID? Proprio come i QR code, i tag RFID trasmettono un’informazione al tuo cellulare, ma lo fanno con le onde radio: per leggerli ci devi passare il telefono sopra con l’opzione NFC attivata.
Quali tipi di tracciabilità esistono?
Iniziamo col dire che non esiste tanto una soluzione unica per la tracciabilità blockchain, quanto un’insieme di soluzioni diverse, più o meno adatte ai vari processi produttivi e alla dimensione dell’azienda.
Come produttore potresti ad esempio scegliere di tracciare solo parti della tua filiera, che magari consideri più importanti ai fini di comunicare la qualità del tuo prodotto, oppure scegliere di tracciare ogni dettaglio della produzione e della logistica dei prodotti, dalla materia prima alla distribuzione.
Ci sono anche differenze nel tipo di dati che vengono registrati e nelle tecnologie utilizzate per raccoglierli: i produttori più grandi e collegati alla grande distribuzione potrebbero decidere di utilizzare sensori, droni e altri dispositivi IoT, mentre un piccolo produttore potrebbe scegliere di registrare manualmente le informazioni che ritiene più importanti.
Per semplicità distinguiamo in tre tipologie:
1. Tracciabilità di primo livello: la micro impresa
Spesso i proprietari di piccole imprese non hanno i mezzi finanziari per investire in un complesso sistema di sensori e dispositivi IoT. Per questo sempre più produttori si stanno affidando a soluzioni di “primo livello“, molto più economiche, in cui l’inserimento dei dati è affidato al produttore e ai suoi operatori.
Questo può avvenire in due modalità: la prima è l’autocertificazione di un “racconto di filiera”, ossia una descrizione delle modalità in cui il prodotto viene lavorato: un viticoltore potrebbe registrare le caratteristiche del terreno e della vigna, un casaro potrebbe concentrarsi sulla temperatura di coagulazione e gli innesti utilizzati, o ancora il produttore di cachemire potrebbe evidenziare l’attenta selezione delle fibre utilizzate. Questa raccolta di informazioni viene preparata dal produttore e poi registrata con la tecnologia blockchain.
La seconda è l’autocertificazione della tracciabilità vera e propria: mano a mano che il prodotto viene lavorato, il produttore inserisce nel sistema le informazioni chiave sul singolo passaggio di filiera, come data e modalità di lavorazione, e le registra in tempo reale sul database blockchain.
Esempio di prodotto tracciato su blockchain.
Questo tipo di tracciabilità non è tanto orientata all’effettiva rintracciabilità del singolo lotto (per richiami di prodotti ad esempio), quanto piuttosto a ottenere una comunicazione più trasparente con il consumatore: per questo è spesso considerata una forma di storytelling piuttosto che di tracciabilità nel senso tradizionale.
2. Tracciabilità di secondo livello: la media impresa
Un’azienda più grande potrebbe decidere di investire in un sistema completo di sensoristica IoT. In questo caso il produttore può scegliere tra due possibilità per registrare le informazioni: integrazione con i software aziendali oppure inserimento manuale.
La prima opzione è sicuramente più affidabile rispetto al precedente, poichè i dati raccolti passano direttamente dalla fonte alla blockchain, con un rischio minore di manomissione dell’informazione. Tuttavia è anche la più dispendiosa a livello di capitale iniziale, perchè richiede un’integrazione completa della piattaforma blockchain scelta con i software già utilizzati dall’azienda per la raccolta dati e la tracciabilità.
Droni e sensori sono molto utilizzati per i sistemi di tracciabilità blockchain.
Purtroppo molti di questi applicativi non prevedono la possibilità di esportare direttamente ad altri programmi, e pertanto queste integrazioni possono essere assai complesse e dispendiose, anche per un’azienda di medie dimensioni.
La seconda opzione, ossia l’inserimento manuale, richiede invece il lavoro di un addetto che copi i dati dai sensori e li riporti sulla blockchain. Questa soluzione, sebbene consenta un risparmio sull’investimento iniziale, comporta un sacrificio in termini di sicurezza, in quanto il passaggio dai sensori alla blockchain passa per l’intervento umano.
3. Tracciabilità di terzo livello: la GDO
I sistemi più complessi di tracciabilità blockchain li troviamo sicuramente nella Grande Distribuzione Organizzata: i grandi gruppi del Food hanno infatti delle filiere molto articolate, che coinvolgono numerosi produttori, trasformatori e fornitori di servizi, e producono grandissime quantità di lotti di ciascun prodotto.
In questo scenario risulta ancora più importante la capacità di rintracciare con precisione la storia degli alimenti, con o senza blockchain: questa tecnologia dà però la garanzia che le informazioni registrate non vengano modificate, e che non ci sia spazio di interpretazione nell’attribuire gli errori all’una o all’altra parte della catena produttiva.
Cosa serve per tracciare su blockchain?
Dipende tutto da quale strada vuoi scegliere: per realizzare una vera e propria tracciabilità blockchain (secondo e terzo livello) avrai bisogno di posizionare dei sensori nei punti critici della tua filiera, e integrare i tuoi sistemi con un software blockchain che crei le registrazioni.
Se invece opti per una tracciabilità di primo livello, molto probabilmente sei pronto a partire! La prima cosa da fare è individuare tutto ciò che rende il tuo prodotto speciale: il tuo territorio, i procedimenti che usi, la tua attenzione a non utilizzare sostanze nocive nella lavorazione… Tutto ciò che può distinguerti dalla concorrenza e comunicare la qualità del tuo prodotto.
Sono molte le cose che possono rendere un prodotto unico nel mondo.
Una volta che hai definito la storia del tuo prodotto, puoi trovare delle foto e dei video che possano comunicare anche in maniera visiva i valori della tua azienda. Puoi mostrare le varie fasi di lavorazione, i tuoi stabilimenti, ma anche e soprattutto le tue persone, in modo che il consumatore possa dare un volto al tuo prodotto e rafforzare la sua fiducia nel tuo brand.
Quando hai raccolto tutte le informazioni devi solo trovare un servizio o una società che ti aiuti a registrarle sulla blockchain, e ti fornisca il QR code da inserire sul tuo packaging. Questo può essere fatto nell’etichetta, con un leggero cambio nel design, oppure direttamente applicando un bollino aggiuntivo sulla confezione.
Quanto costa tracciare i prodotti sulla blockchain?
È difficile stabilire a priori un prezzo su questo tipo di software.
Il costo dipende in gran parte dai tuoi requisiti: dal tipo di tracciabilità che desideri, dal numero di prodotti che vuoi tracciare e dal dettaglio che hai raggiungere, dal tuo avere già o voler installare un sistema di sensoristica IoT.
Questa tecnologia è molto avanzata, e spesso le società in questo settore creano prodotti su misura per il singolo produttore.
Ci sono delle eccezioni: QualityChain ad esempio offre un abbonamento annuale a partire da € 249, senza costi iniziali, mentre altri, come IBM Food Trust e Foodchain, hanno optato per una combinazione di costo iniziale di installazione e canone annuo.
Altre aziende, come TE-FOOD, EZ Lab, FoodLogiQ, Ambrosus e ValueGO, sono invece più improntate sul modello custom, realizzando progetti ad hoc e valutando caso per caso i costi di realizzazione.
Conclusioni
Siamo in un momento chiave dell’adozione dei questa tecnologia nell’industria del Food&Drink. Se scegli di essere uno dei primi a tracciare i tuoi prodotti su blockchain è indubbio che risalterai tra la folla, in particolare in un settore spesso poco innovativo come quello agroalimentare. Un bollino “tracciato su blockchain” attira l’occhio del consumatore, su questo non c’è dubbio.
Ma dobbiamo guardare più lontano. Andiamo verso un mondo in cui questo tipo di tecnologia diventerà la norma, in cui tutti i prodotti verranno tracciati su blockchain, in cui la fiducia dei consumatori sarà già cementata su nuovi marchi, nuovi sapori.
Secondo molti è proprio questo il momento giusto per iniziare a costruire questa fiducia, per la piccola impresa come per la grande, ed è il momento di fare il passo più lungo degli altri e posizionarsi come innovatori e pionieri del settore.
Scopriamo in parole semplici cos’è la blockchain, come è diversa dal bitcoin e quali sono le sue applicazioni.
Anche se non sei un appassionato di finanza, avrai sicuramente sentito nominare almeno una volta i “Bitcoin” o la “Blockchain”.
Sei ancora un po’ confuso sul significato di questi termini?
Non disperare: alla fine di questo articolo sarai in grado di spiegare la blockchain e i bitcoin a chiunque!
Blockchain: cos’è?
Ti sei mai chiesto cosa succede quando carichi un documento o una foto su un sito web? Quando schiacci “carica”, l’informazione dal tuo computer passa attraverso il tuo modem, e viaggia attraverso l’internet: migliaia di chilometri di cavo che la portano infine ad un altro computer, chiamato server.
Il server è di proprietà del gestore del sito web, che ha quindi un controllo totale sulle tue informazioni, ed ha la facoltà di cambiarle a suo piacimento: potrebbe cancellarle per errore, condividerle con qualcuno senza il tuo permesso o addirittura falsificarle!
La Blockchain (o “block chain”, traduzione “catena di blocchi”), serve proprio a risolvere questo problema: è un sistema che per salvare i dati utilizza migliaia di computer e migliaia di proprietari diversi, uniti in una singola rete che si estende su tutto il pianeta.
Questo fa sì che ogni modifica all’informazione passi prima per il controllo di migliaia di proprietari, che verificano che sia legittima e veritiera. Per questo motivo si dice che i dati sulla blockchain sono trasparenti e immuni alla contraffazione.
Grazie a questa caratteristica, la blockchain è perfetta per registrare le informazioni in molti ambiti, specialmente quelli in cui l’autenticità dei dati è fondamentale: basti pensare agli atti notarili, alla tracciabilità degli alimenti o alle transazioni finanziarie.
Ora che hai un po’ più chiaro che cos’è la blockchain, entriamo un po’ più nel dettaglio! In questo post scoprirai:
Come detto prima, la magia della blockchain si basa sulla capacità di salvare il dato su migliaia di computer collegati, che vengono chiamati nodi della rete.
Questi nodi hanno due compiti principali: il primo è quello di copiare e mantenere aggiornata una copia del cosiddetto Registro Distribuito (in inglese Distributed Ledger), un registro che contiene tutte le informazioni salvate sulla blockchain e che funge da riferimento ogni volta che qualcuno tenta di modificare un’informazione.
Possiamo immaginarcelo così:
Per semplicità usiamo solo quattro nodi in questo esempio, ma nella realtà sono da centinaia a migliaia, a seconda della blockchain in questione.
Quando qualcuno tenta di modificare una delle informazioni salvate su un nodo, gli altri nodi sono chiamati a verificare se quel qualcuno è autorizzato a compierla.
Se tutti i nodi danno l’ok, il registro condiviso viene aggiornato con la nuova informazione, ma tenendo anche una traccia dell’informazione precedente. Un po’ come quando tiriamo una linea su una parola sbagliata e scriviamo quella giusta accanto: in questo modo ogni cambiamento è trasparente, ed è impossibile modificare le informazioni di nascosto.
Bitcoin e Blockchain: differenza
Che differenza c’è tra Bitcoin e Blockchain quindi?
È molto semplice: il Bitcoin è basato sulla tecnologia blockchain, così come l’automobile è basata sulla ruota, o google sulla rete Internet.
Bitcoin è infatti una criptovaluta, ed è la prima e senz’altro più famosa applicazione della tecnologia blockchain.
Rappresentazione della criptovaluta Bitcoin
Per farla breve, le criptovalute sono monete digitali che non hanno un proprietario, come uno stato o una banca centrale, ma circolano su una rete basata sulla tecnologia blockchain.
Seguiamo lo stesso ragionamento di prima; se io ho 3 bitcoin e voglio mandartene 5, l’intera rete andrà a controllare quanti bitcoin ho, e si accorgerà che non è possibile effettuare la transazione. Viceversa, se provo a mandartene solo uno, la rete approverà la transazione.
Ti sei mai chiesto perché per fare un bonifico ci vogliono diversi giorni? È proprio perché questa operazione di solito viene effettuata dalle banche, che non comunicano efficacemente tra loro, come invece riesce a fare una rete digitale.
La blockchain invece rappresenta la tecnologia sottostante non solo del bitcoin, ma di altre decine e decine di applicazioni, nei settori più disparati: vediamone alcuni!
Blockchain: a cosa serve
Ora che sai cosa è la blockchain e come funziona possiamo passare alle applicazioni della blockchain nel mondo reale.
Questa tecnologia è stata proposta per risolvere problemi in quasi ogni settore economico, ma per non dilungarci troppo affronteremo solo quelli più discussi.
Blockchain e Criptovalute: Bitcoin, Ethereum, Ripple…
Se hai letto il paragrafo precedente ora hai capito benissimo cosa è il Bitcoin, ma la famosa monetina dorata non è l’unica criptovaluta in circolazione! Infatti ci sono centinaia (o addirittura migliaia) di criptovalute indipendenti, ognuna con caratteristiche, valore e utilizzi diversi. La capacità della blockchain di funzionare senza un’autorità centrale rende possibile la nascita di questa varietà di “contante digitale”, che è però ancora molto poco utilizzato nell’economia reale. Questo non ha impedito che si creasse un vero e proprio mercato azionario parallelo, con una forte speculazione sui valori di queste monete, che possono variare in maniera vertiginosa anche nel giro di pochi minuti.
Blockchain Alimentare: La tracciabilità della filiera
Grazie alle sue caratteristiche di sicurezza e trasparenza, la Blockchain è perfetta per registrare le informazioni sulla storia dei prodotti food: l’utilizzo della blockchain nelle filiere agroalimentari permette infatti alle aziende di comunicare in maniera assolutamente trasparente con i propri consumatori. Quando compri un prodotto tracciato su blockchain puoi scoprire con pochi click tutto ciò che vuoi sapere su quello che ti stai mettendo nel piatto o nel bicchiere: quali sono gli ingredienti, da dove vengono, quando sono stati fatti e da quale azienda, se sono stati usati agenti chimici nella lavorazione o meno, dettagli sul territorio in cui sono stati prodotti.
La blockchain garantisce informazioni sicure sulla provenienza dei prodotti food&drink
Non c’è davvero limite al grado di trasparenza che le aziende possono raggiungere grazie a questa incredibile tecnologia, che si sta affermando in tutto il mondo come sinonimo di qualità e affidabilità.
Se ti interessa questo argomento, questo articolo affronta nel dettaglio i requisiti e i costi della tracciabilità blockchain per un produttore.
Certificazioni Blockchain
La blockchain sta prendendo piede nel campo della certificazione, perché permette di creare certificati assolutamente non falsificabili e verificabili in tutto il mondo: basta uno smartphone e una connessione ad internet. In Italia abbiamo vari esempi, come quello dei Panini Italiani certificati su blockchain.
Proprietà Intellettuale
Di recente la blockchain è diventata legge; in Italia salvare un documento su blockchain ha lo stesso valore legale di una marcatura temporale. La marcatura temporale è fondamentale quando si tratta di associare ad un documento informatico una data e un orario giuridicamente certi e utilizzabili a livello legale, specialmente per la protezione del copyright o della proprietà intellettuale.
Finanza
Molte banche e mercati azionari stanno già sperimentando la blockchain come un modo per risparmiare tempo e denaro nella gestione delle transazioni finanziarie, dato che le caratteristiche della blockchain si sposano perfettamente con le necessità di queste istituzioni in termini di sicurezza.
…sono solo alcune delle altre innumerevoli applicazioni di questa tecnologia, che da anni ormai domina gli eventi e le rubriche dedicate all’innovazione.
Centinaia di aziende in tutto il mondo continuano giornalmente a sperimentarne di nuove, cercando di ottenere un vantaggio competitivo da questa potente tecnologia, così famosa eppure così poco conosciuta. Ma stiamo facendo grandi passi, soprattutto grazie a persone come te, che si informano su questi argomenti e portano queste informazioni a casa, a lavoro, agli amici del bar o sui social: così si contribuisce a creare un mondo più consapevole e tecnologicamente avanzato.
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