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QualityChain racconta Vini Apuani Castagnini e le leggende di Carrara

Un territorio ricco di storia e due vini d’eccellenza incontrano la tecnologia e si raccontano tramite i QR code e la tecnologia blockchain.

Ci troviamo sui colli Apuani, nei pressi di Carrara. Qui, tra le bianche cave di marmo e il mare, nasce Vini Apuani, l’azienda vitivinicola di Roberto Castagnini.

Castagnini, nato e cresciuto nei vigneti, ha appreso da suo nonno materno l’arte della coltivazione della vite, e ha deciso nei primi anni 2000 di creare un brand che raccontasse tramite il vino le storie e le leggende del suo territorio.

vini apuani roberto castagnini

La tenuta è situata nelle colline di Candia, circa cinque ettari accarezzati dalle brezze marine del Tirreno. La natura collinare del terreno rende necessario il terrazzamento del vigneto, e di conseguenza una coltivazione interamente manuale: i filari sono posti su terrazze alte fino a 70cm, e questo rende impossibile l’uso dei macchinari moderni.

I vini raccontati con QualityChain sono due: un vermentino bianco, “Beatrice”, e un vermentino nero, “Ceccardo”. Le due etichette prendono il nome da due personaggi importanti nella storia carrarese: Beatrice è infatti la Duchessa Maria Beatrice d’Este, sovrana di Massa e Carrara dal 1790 al 1829, mentre Ceccardo è San Ceccardo di Luni, vescovo di Luni nel nono secolo e santo patrono di Carrara.

Maria Beatrice d’Este, San Ceccardo di Luni e i vini a loro dedicati da Vini Apuani.

Così questi piccoli frammenti di storia sono oggi ricordati grazie a vini di altissima qualità, e resi indelebili grazie a QualityChain, che utilizza la tecnologia blockchain (spiegata facile facile qui) per rendere le informazioni sicure e sempre verificabili dai consumatori.

Sarà possibile infatti, scansionando il QR code a forma di calice apposto sulla bottiglia, scoprire la storia, i valori e le tecniche di produzione che stanno dietro a questi vini d’eccellenza, e verificarle tramite l’apposita prova blockchain. Tutto a portata di smartphone, utilizzando solo la fotocamera, nel caso degli iPhone, o un’App di scansione QR in caso di dispositivo Android.

Il design del QR code a forma di calice apposto sulle bottiglie di Vini Apuani.

Le bottiglie di Beatrice e Ceccardo, dotate di questa tecnologia, saranno ora gustate in Italia e all’estero, e permetteranno ai nuovi consumatori di conoscere ogni dettaglio del vino che si versano nel bicchiere. 

About QualityChain

QualityChain aiuta le PMI del comparto agroalimentare italiano a trasformare i loro prodotti da semplici oggetti in esposizione a vere e proprie esperienze digitali capaci di esaltare la loro l’unicità. QualityChain è uno spazio trasparente, a portata di smartphone, in cui condividere con i consumatori la storia e i valori dei piccoli produttori italiani, una vetrina da cui osservare le mani sapienti che lavorano la terra, il vino, il pane, e tutto ciò che di buono producono le nostre aziende.

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Artigianquality Laboratorio artigianale di Mortadelle a Bologna sceglie QualityChain

Dalla bottega degli Scapin al laboratorio artigianale, l’unico baluardo della mortadella artigianale dentro le mura di Bologna ha deciso di raccontare la storia dei suoi prodotti tramite il QR code di QualityChain.

Bologna patria della mortadella artigianale: tanti se la ricordano ancora così, com’era 50 anni fa, negozi storici a ogni angolo di strada e il naso pieno del profumo di salumi freschi appena affettati.

La verità è che gli artigiani che producevano questo antico prodotto erano due, il maestro Enio Pasquini e l’artigiano Silvio Scapin, che dalla sua bottega produceva le sue mortadelle artigianali nel pieno rispetto della tradizione.

silvio scapin, maestro salumiere bolognese
Silvio Scapin, maestro della Mortadella, con le sue creazioni

Cosa significa fare una mortadella artigianale? Significa non scendere a compromessi e scegliere sistematicamente la qualità sopra la quantità; significa dire di no a sistemi industriali che permetterebbero di raddoppiare la produzione dall’oggi al domani in favore di tecniche antiche, di mani laboriose che curano e danno risalto alle materie prime territoriali ed agli ingredienti naturali non introducendo aromi chimici di sintesi.

Per darvi un termine di paragone le grandi industrie producono ogni giorno 200 quintali di mortadella mentre la famiglia Scapin ne produce 25 quintali alla settimana. Questo volume è reso possibile dall’apertura del laboratorio Artigianquality guidato da Simona Scapin, figlia di Silvio, che ha permesso a nuovi mercati italiani ed esteri di accedere a questo prodotto di eccellenza.

L’attenta legatura delle Mortadelle ArtigianQuality, effettuata rigorosamente a mano.

Delle mortadelle prodotte dall’azienda ben due, la Classica e la Mora Mora, sono presidio Slow Food, mentre la Mortadella Sette Chiese è in assoluto la prima Mortadella artigianale BIO prodotta a Bologna, con carni selezionate da allevamenti biologici locali e completa assenza, come in tutte le mortadelle degli Scapin, di sottoprodotti industriali come l’emulsione di cotenna.

Delle mortadelle prodotte dall’azienda, dalla Classica alla Mora Mora, dalla aggiunta del pistacchio alla lavorazione con il tartufo, fino ad arrivare alla Mortadella Sette Chiese Biologica che è in assoluto la prima mortadella artigianale biologica prodotta a Bologna, la selezione delle carni provenienti da allevamenti territoriali allo stato semibrado e la ricerca delle materie prime rendono a tutti gli effetti questi prodotti totalmente artigianali.

Tutto questo impegno si riflette nel sapore unico di questi salumi, distante anni luce da quello della concorrenza industriale. Ma a Simona Scapin questo non basta: il consumatore non deve solo assaporare la qualità del prodotto, deve poterla vedere con i suoi occhi. 

qr code mortadella artigianquality
Il QR code creato insieme a QualityChain che sarà inserito nelle confezioni.

Per questo motivo Artigianquality ha iniziato una collaborazione con QualityChain, per raccontare l’intera storia delle sue mortadelle tramite un QR code che verrà apposto su tutte le confezioni. Da oggi tutti i clienti potranno scoprire nel dettaglio ogni fase della produzione, dalla scelta delle carni al confezionamento, in pochi secondi e usando solo il loro smartphone. Tutte le informazioni sono inoltre rese indelebili grazie alla blockchain, una tecnologia che permette di salvare i dati in maniera immutabile e raggiungere il massimo grado di trasparenza nei confronti dei consumatori.

Metodi di produzione antichi e metodi di comunicazione innovativi: così Artigianquality nel 2020 tiene vivo il suo prodotto e il suo sapere nel suo laboratorio alla avanguardia, lavorando costantemente nel pieno rispetto della tradizione. Quella della famiglia Scapin è una storia di determinazione, passione e amore per il buon cibo, che ci scalda il cuore e ci fa venire voglia di prendere il primo treno per Bologna per poter gustare questo tesoro della cultura gastronomica italiana.

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La rinascita del QR code: il brutto anatroccolo del 2020

10 usi del QR code che ci hanno reso la vita più facile ai tempi del Covid-19 e ci hanno fatto rivalutare questa tecnologia.

Sono brutti! 
Non li scansiona nessuno!
Sono lì a prender polvere!

Questa è la reazione scomposta che molti dei nostri potenziali clienti avevano quando sentivano la parola “QRcode”. O per lo meno lo era fino a qualche mese fa.

Oggi la musica è cambiata: il covid-19 ha spazzato via molte riserve sull’uso dei famosi quadratini. Un po’ perché il mondo si è dimostrato più ben disposto ad adottarli di quanto si pensasse. Un po’ per necessità, visto il loro nuovo ruolo in prima fila nella lotta alla diffusione del virus.

Se infatti un QR non può lavarci le mani né costringerci a mettere la mascherina, è utilissimo per ridurre al minimo il contatto fisico tra le persone. Da qui le centinaia di iniziative nel mondo che lo hanno utilizzato per gli scopi più svariati, dal tracciamento alla ristorazione, dai trasporti alla sanità.

Vediamo le più interessanti.

Il QR che ti porta il cabaret in casa: “The Darling” a Chicago

Un delivery che diventa intrattenimento, con tanto di performer e DJ set

Quando Sophie Huterstein, proprietaria del lounge bar The Darling a Chicago, ha dovuto chiudere a causa del lockdown, non si è lasciata prendere dallo sconforto: ha pensato invece di rendere speciale il suo delivery, e regalare ai clienti l’esperienza del bar direttamente a casa loro. 

Questi ultimi infatti si sono ritrovati nel packaging una serie di misteriosi pacchetti e alcuni QR code dotati di istruzioni. I clienti scansionando i QR code potevano guardare direttamente nel loro telefono una performance esclusiva della cabarettista Miss Ammunition, registrata nel locale in condizioni di sicurezza.

Il lounge bar The Darling di Chicago

A seguire, scansionando un secondo QR, i clienti potevano addirittura godersi un DJ set di un’ora, da accompagnare con il contenuto dei pacchetti: due calici di champagne e un piccolo proiettore led capace di riempire il soffitto di stelle luminose, per un’atmosfera perfetta.

I poster QR code per i negozi: UK e Nuova Zelanda

Vuoi riaprire la tua attività? Stampati sto QR code e mettilo all’ingresso. 

Se qui in Italia siamo ancora troppo affezionati al binomio carta e penna, i ministeri della salute di Regno Unito e Nuova Zelanda hanno deciso di rendere obbligatorio l’uso di poster QR code per la registrazione dei visitatori nei negozi. 

Questi ultimi infatti quando entrano nel locale devono scansionare il poster utilizzando l’app apposita, che inserisce automaticamente i dati del visitatore nel registro dell’attività.

Firms urged to make tracing accessible for all | Otago Daily Times Online  News
Dr Ashley Bloomfield, Director-General of Health neozelandese, mostra il poster QR code da affiggere nelle attività. Foto: Getty Images

L’uso del QR code in questo caso riduce le interazioni non necessarie tra cliente e esercente, il tempo necessario a lasciare i propri dati e quindi la permanenza del cliente nel locale ed elimina il problema della sanificazione della penna, che spesso passa in centinaia di mani diverse in una singola giornata.

QR code per la cultura: la Galleria d’Arte di Vancouver

Quest’estate la galleria ha riaperto con una serie di misure di sicurezza

In Canada l’arte non si fa spaventare dal virus, e le hanno pensate tutte per permettere ai visitatori di usufruire in sicurezza della struttura.

La Vancouver Art Gallery. Foto: JayTheNinth

Innanzitutto i biglietti, acquistabili solamente in anticipo e online, sul sito della galleria. Poi il limite di 225 persone sui quattro piani dello stabile, e il distanziamento obbligatorio di ben due metri tra i visitatori. Infine la galleria ha eliminato guide e audioguide fisiche in favore di quelle digitali, fruibili ovviamente dal telefono del visitatore tramite un QR code apposito scansionabile nella biglietteria.

Grazie a questi accorgimenti la galleria è aperta e accoglie i visitatori dal 15 Giugno a oggi.

QR Rosso, Giallo e Verde: rischio contagio in Cina

Tutti i cittadini sono tenuti a mostrare il QR code del rischio durante gli spostamenti

Nel febbraio 2020, la Cina ha introdotto l’uso dei codici QR per rilevare la probabilità di infezione da coronavirus. Ai cittadini è stato chiesto di installare un’app per tracciare i contatti con persone esposte al virus (una sorta di Immuni cinese). Il sistema, che si basa sull’infrastruttura di Alipay, è ora utilizzato in oltre 200 città cinesi.

I cittadini devono installare questa app sui loro telefoni e compilare un modulo. Nel modulo, devono segnalare il loro documento d’identità, i dettagli relativi al viaggio e tutti gli eventuali sintomi riconducibili al Covid-19.

Una volta inseriti i dati ricevono un codice QR colorato, che indica il loro stato di salute. Gli utenti che ottengono un codice QR rosso devono rimanere in quarantena per 14 giorni, quelli che ottengono un codice QR giallo devono rimanere in quarantena per sette giorni.

In Coronavirus Fight, China Gives Citizens a Color Code, With Red Flags -  The New York Times
Il QR code verde significa che il cittadino è a basso rischio e può circolare.

Quelli che ottengono un codice QR verde sono ritenuti sani, e sono gli unici che possono circolare, dato che i cittadini devono mostrare questi codici QR nei posti di blocco della polizia, sparsi in uffici, centri commerciali e mercati.

Menù QR code per i ristoranti: l’Italia che si digitalizza

Buona parte dei ristoratori ha sostituito i menù fisici con i QR code

Paese che vai, QR code che trovi. Trovo particolarmente interessante l’esempio italiano, forse per le esperienze passate di cui si discuteva a inizio articolo.

Fino a ieri l’Italia non sapeva usare i QR code. Mentre in Cina erano dappertutto, e i nostri vicini Germania, UK e Francia iniziavano ad apprezzarli, in Italia siamo sempre stati molto restii, sia lato aziende che lato consumatori.

Le nuove tecnologie vengono adottate solamente quando riescono a integrarsi con la cultura e con le vecchie abitudini. Cosa c’è di più italiano di uno Spritz?

Ed ecco che il QR code attecchisce quando siamo costretti a usarlo per ordinare l’aperitivo, o il piatto di pasta in pausa pranzo, o la tagliata a cena.

Il menù tramite QR code è ormai diventato la nuova normalità.

Ogni giorno che passa (sempre che i ristoranti siano aperti) questa tecnologia acquisisce migliaia di nuovi utilizzatori, che ignari siedono a un tavolo e diventano abilitatori di chissà quali nuovi business model del futuro.

QR code nei trasporti: India e Cina

Come i treni e metro usano i QR per ridurre i contatti e tracciare i passeggeri.

Uno dei settori più impattati dalla pandemia è sicuramente quello dei trasporti. Se un tempo i mezzi pieni come le scatole di sardine erano sgradevoli ma tutto sommato tollerabili, oggi il problema della distanza di sicurezza rende necessari nuovi accorgimenti.

In India ad esempio sono stati introdotti dei QR code sparsi per le stazioni dei treni, tramite i quali è possibile acquistare i biglietti ferroviari evitando le affollate code alla biglietteria, sia quella tradizionale che quella automatica.

A Shanghai invece si è andati un passo oltre: dopo aver completamente digitalizzato l’acquisto dei biglietti e l’ingresso alla metro a gennaio di quest’anno, i cinesi hanno deciso di applicare dei QR code alle finestre dei vagoni. I passeggeri scansionando questi QR possono registrare ed inviare alle autorità il numero di vagone su cui sono saliti, per poter rintracciare i loro passi con più precisione in caso di contagio.

Il QR per la spesa sicura: Spar, Eurostar e Fairway 

La spesa è l’unica attività davvero essenziale, ma può essere più smart.

Possiamo fare a meno di cene fuori, parrucchieri, cancelleria e persino vestiti, ma c’è una categoria di esercizi che nonostante tutto non si è mai fermata: i negozi di alimentari. Per questa ragione sono nate varie iniziative volte a rendere questa attività più sicura e ridurre la diffusione del virus nei supermercati. 

Una di queste è quella di Fairway, una catena di supermercati newyorkese, che ha creato un’app per smartphone che permette ai consumatori di scansionare autonomamente i codici a barre dei prodotti che vogliono acquistare e di pagarli direttamente da smartphone, saltando la fila. Questo avviene tramite un apposito QR code posto vicino alle casse, che i clienti possono scansionare per pagare la spesa direttamente nell’app.

La spesa self-checkout sta diventando sempre più comune.

Ancora più smart l’idea lanciata nei supermercati Spar e Eurospar dell’Irlanda del Nord: oltre a un QR code per il pagamento simile a quello di Fairway, nell’app di questi supermercati è stata introdotta la possibilità di controllare da casa le disponibilità del supermercato, evitando viaggi inutili e quindi contatti non necessari.

QR code per la sanità: i bambini dell’Orange County

Secondo lo studio un QR code sul gesso ortopedico può eliminare visite non necessarie all’ospedale.

Quando un bambino subisce una frattura, e viene portato in pronto soccorso, non è affatto facile per i genitori tenere a mente le direttive del medico. Ma se avessero la possibilità di recuperarle scansionando un semplice QR code sull’ingessatura?

È questa l’idea alla base dello studio condotto nel Pedriatic Hospital of Orange County, in California. I chirurghi ortopedici hanno apposto sulle ingessature di 50 bambini dei QR code appositi, attraverso i quali i genitori potevano recuperare le istruzioni personalizzate preparate dal medico per ciascun bambino.

Studi precedenti avevano infatti dimostrato che oltre il 50% delle direttive del medico vengono dimenticate dai genitori, i quali spesso richiamano e ritornano in ospedale per avere informazioni aggiuntive o delucidazioni.

Lo studio è stato un successo, in quanto oltre il 90% dei partecipanti hanno trovato utile e comodo l’utilizzo QR code, e più della metà dei genitori che lo hanno scansionato ha dichiarato che le informazioni fornite gli hanno risparmiato una inutile visita all’ospedale.

QR codes could provide patients way to keep them out of emergency rooms -  ABC News
I QR code potrebbero ridurre drasticamente la necessità di visitare l’ospedale.

Questa soluzione, sostanzialmente priva di costi per l’ospedale, sarebbe applicabile anche a pazienti con altre patologie: potrebbe ad esempio essere applicato un QR code sui dispositivi dei diabetici, o sugli holter cardiaci. In ciascuno di questi casi i pazienti potrebbero ricevere informazioni in maniera più tempestiva,  riducendo il tempo speso negli ospedali e risparmiando tempo al personale sanitario.

QR code e assicurazioni: la belga Vanbreda Risk & Benefits

Anche le compagnie assicurative stanno usando i QR per incentivare l’uso dei tool digitali.

Se avete mai fatto un’assicurazione saprete bene quanta carta e procedure burocratiche sono necessarie per siglare una polizza. Ma uscire di casa nel bel mezzo della pandemia per completare queste formalità è sempre più sconsigliato, specialmente se ci sono alternative più sicure.

Vanbreda Risk & Benefits, un broker di assicurazioni sanitarie in Belgio, ha deciso quindi di utilizzare il sito aziendale per invitare i clienti a usare di più i tool digitali per risolvere i loro problemi, in particolare l’app mobile creata dalla società.

Per questo motivo hanno pubblicato sul sito un comunicato e due QR code per scaricare l’app, per Apple Store e Google Play rispettivamente. In questo modo i clienti non devono andare a cercare manualmente le applicazioni sui rispettivi store, bensì è sufficiente una semplice scansione.

I QR code sul sito di Vanbreda Health.

L’app include funzioni come la dichiarazione di ricovero in ospedale per malattie gravi e la presentazione delle spese mediche, e permette inoltre di ottenere assistenza tecnica online, eliminando buona parte delle visite fisiche presso l’assicuratore.

QR code per lo shopping: il Lone Design Club a Londra

Lo store ha aggiunto i QR code alle vetrine per permettere ai clienti di acquistare via web.

Il Lone Design Club, una botique londinese che dà spazio a decine di brand e designer indipendenti, ha deciso di trasformare il suo concept store da “Physical”, ossia fisico, a “Phygital”, ossia fisico e digitale insieme, dotando le vetrine di QR code per i capi esposti.

Questi QR possono essere scansionati dai passanti per acquistare i vestiti online, eliminando la necessità di entrare nello store fisico a meno di non dover provare diverse misure.

I QR offrono inoltre la possibilità di registrarsi a eventi e attività, come esperienze 1 a 1 con dei personal shopper, workshop, eventi legati al beauty e altre utili risorse.

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Questa lista sarà aggiornata periodicamente. Se vuoi segnalare un nuovo caso d’uso interessanti del QR code, manda una email a [email protected] e gli daremo un’occhiata!

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Una storia unica per un salame Unico

L’Azienda Agricola Tenca, storica realtà padana attiva dal 1957, ha scelto QualityChain per raccontare il suo salame “L’Unico”, prodotto di punta dell’azienda e vero e proprio trionfo della Filiera Corta Italiana.

La storia di oggi ci porta sulla Pianura Padana, nel ritaglio di terra che separa l’Oglio dal Po. Qui, in una piccola frazione di Casalmaggiore chiamata Valle, nasce Agricola Tenca, un’azienda a conduzione familiare che fa della filiera corta e del prodotto a Km 0 il proprio valore fondante.

Come si fa a garantire un prodotto che sia davvero a Km 0? È più facile a dirsi che a farsi: bisogna controllare ogni singola fase di produzione, dalle più basilari materie prime all’ultimissima lavorazione. Nel caso di un salumificio questo significa non solamente avere un allevamento di proprietà, ma addirittura coltivare mais, orzo, frumento, soia e tutto ciò che funge da nutrimento per gli animali. 

o spaccio agritenca e i salumi esposti
Lo spaccio Agricola Tenca a in via Valle a Casalmaggiore (CR)

È questo l’impegno dell’Azienda Agricola Tenca: da settant’anni cura ogni singola parte della filiera dei suoi salumi, a partire dalla selezione delle migliori sementi e dalla regolazione del rapporto idrico/nutritivo dei terreni per arrivare poi agli allevamenti, la parte forse più importante della filiera. L’attenzione dell’azienda alla salute degli animali e alla qualità del prodotto ha portato alla realizzazione di un nuovo allevamento, completamente antibiotic-free e che addirittura supera le direttive dell’Animal Welfare, introducendo l’allevamento su paglia e garantendo agli animali spazi e nutrimento adeguati ad una vita priva di stress.

Agricola Tenca ha introdotto l’allevamento su paglia per i suoi animali.

L’ultimo ma non meno importante passaggio è quello della lavorazione artigianale delle carni, che viene effettuata rigorosamente senza nitrati, glutine e lattosio. È proprio qui che “L’Unico”, prodotto di punta di Agricola Tenca, si distingue dagli altri salumi, per quanto eccellenti: la particolarità di questo prodotto è che viene realizzato con totale assenza di conservanti. Per garantire la totale salubrità del salame in assenza di questi il processo di asciugatura a freddo è molto più lungo e attento, in modo da assicurare un calo peso della carne tale da impedire lo sviluppo di batteri nocivi e iniziare il lungo processo di stagionatura (dai 3 ai 6 mesi) che gli conferisce il tipico sapore.

Il QR code sul salame “L’Unico” riprende il logo di Agricola Tenca

È proprio per poter comunicare ai consumatori la qualità di questo prodotto che Agricola Tenca ha scelto di raccontare la storia dell’Unico con QualityChain. Le nuove confezioni del salame saranno infatti dotate del QR code personalizzato che riprende il logo dell’azienda, e che consente ai consumatori di raggiungere una pagina dedicata alla lavorazione del prodotto in ogni suo dettaglio, dal terreno al confezionamento. 

La storia è stata inoltre registrata con tecnologia blockchain (spiegata facile facile qui), che la ha resa indelebile e non modificabile, a portata di ogni consumatore dotato di smartphone e fotocamera.

Questa nuova collaborazione ci porta ancora un passo più vicini alla vision di QualityChain: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

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Il maialino-QR code che ci racconta il Bergamasco

Il Salumificio Rasmo, che da cinque generazioni produce salumi di eccellenza alle porte della Val Taleggio, ha scelto di raccontare uno dei suoi prodotti di punta con la tecnologia blockchain e il QR code di QualityChain.

Oggi ci troviamo a Gerosa, un paesino di appena 360 abitanti in provincia di Bergamo, incastonato tra la Val Brembilla e la Val Taleggio. Questo piccolo gioiello tra le montagne pare aver preservato la stessa aria purissima e le stesso stile di vita rilassato e a contatto con la natura dei nostri nonni, ed è qui che la famiglia Rasmo da cinque generazioni produce salumi d’eccellenza seguendo le ricette tradizionali del bergamasco.

La famiglia Rasmo è ormai alla quinta generazione di salumieri

Tra questi risalta senza dubbio il salàm de la bergamasca (Salame bergamasco in italiano), un prodotto simbolo della zona che non poteva ovviamente mancare nella produzione del salumificio Rasmo. Si tratta di un salame di alta qualità ottenuto con carni selezionate di Suino Pesante Italiano e arricchito con una particolare miscela di aromi, spezie e vino rosso tipica della tradizione bergamasca.

Il titolare dell’azienda, Giuseppe Rasmo, ha deciso di dar vita a una collaborazione con QualityChain, con lo scopo di raccontare nel dettaglio la passione e la sapienza che rendono il suo salàm de la bergamasca un prodotto unico, che per essere apprezzato appieno deve poter comunicare la sua storia e le sue tradizioni al consumatore finale.

salame con etichetta qr code maiale blockchain
Il salame dotato di QR code a forma di suino creato da QualityChain

Con questo obiettivo ogni confezione di salame bergamasco è stata dotata dell’esclusivo QR Code a forma di suino, attraverso il quale ogni consumatore può accedere alla storia del prodotto, interamente raccontata con testi e immagini e registrata con la tecnologia Blockchain, che rende ogni informazione indelebile e non modificabile.

Questa nuova collaborazione ci porta ancora un passo più vicini alla vision di QualityChain: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

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L’olio dell’Alto Tavoliere delle Puglie si racconta con QualityChain

Il pluripremiato Oleificio Borrelli ha scelto di utilizzare il QR Code di QualityChain per mostrare in maniera trasparente la sua storia e la sue tecniche ai consumatori.

Ci troviamo nell’Alto Tavoliere delle Puglie, a nord di Foggia. Tra San Severo, Torremaggiore e San Paolo di Civitate, si sviluppano distese di uliveti della cultivar Peranzana, dalle cui olive si produce un olio extravergine Pugliese di altissimo pregio. 

È qui che ha le sue radici l’Oleificio Borrelli, che da tre generazioni lavora i suoi terreni con cura e passione, in maniera del tutto naturale, senza l’utilizzo di prodotti chimici e pesticidi che possano intaccare la qualità del prodotto. Le olive sono raccolte a mano e lavorate mediante le più avanzate tecniche entro le 6/12 ore, molite e spremute a freddo, evitando la microfiltrazione per ottenere un olio di qualità superiore ed esaltare le caratteristiche della Peranzana.

Gli ulivi Peranzana dell’Oleificio Borrelli, potati a mano nutriti con concimi organici.

Ciò che ne risulta è un prodotto dagli aromi elegantissimi, dal fruttato intenso con sentori di mandorle e carciofi, e un gusto piacevolmente amaro e piccante, dotato di un eccellente intensità e persistenza.

Il titolare dell’azienda, Luigi Borrelli, ha deciso di dar vita a una collaborazione con QualityChain, con lo scopo di rendere completamente trasparente la filiera del suo olio, e offrire ai consumatori un’esperienza più piena e completa del suo prodotto. 

bottiglia di olio tracciato su blockchain
La bottiglia con il QR code a forma di oliva che ne racconta la storia con QualityChain

Con questo obiettivo ogni confezione di olio è stata dotata dell’esclusivo QR Code a forma di oliva, attraverso il quale ogni consumatore può accedere alla storia della filiera dell’olio, interamente raccontata con testi e immagini e registrata con la tecnologia Blockchain, che rende ogni informazione indelebile e non modificabile.

Questa nuova collaborazione ci porta ancora un passo più vicini alla vision di QualityChain: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

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La “Sicilianitudine infusa” amica della blockchain: un benvenuto ai Rosoli Gibisella!

QualityChain da oggi racconta i Rosoli, gli antichi liquori tradizionali prodotti secondo la tradizione a Porto Empedocle, città di Camilleri e Pirandello.

Ci troviamo a Porto Empedocle, un piccolo borgo affacciato sul mare e circondato dalla natura, a due passi da Agrigento e dalla Valle dei Templi. La cittadina, che ha dato i natali ai maestri della letteratura italiana Luigi Pirandello e Andrea Camilleri (e nella quale hanno trovato ispirazione le avventure del Commissario Montalbano) è uno scrigno di cultura e tradizione. 

Aerial view of the rocky white cliffs "Stair of the Turks", Sicily, Italy
Vista aerea della scogliera della “Scala dei Turchi”, nei pressi di Porto Empedocle

È qui che nascono i Rosoli Gibisella, liquori prodotti a partire da una ricetta che risale addirittura al periodo rinascimentale: fu infatti la corte di Caterina de’ Medici a diffonderne l’utilizzo nella penisola e addirittura in Francia. Oggi il rosolio sopravvive ed è diffuso soprattutto in Sicilia, Piemonte e Campania.

Il nome “rosolio” deriva da “ros solis”, rugiada di sole, e i suoi ingredienti sono piuttosto semplici: è preparato con acqua, alcool e zucchero in parti uguali, con l’aggiunta di una essenza che gli dà il nome. Limoni, mandarini, nespole, alloro e finocchietto sono solo alcune delle essenze utilizzate per conferire al liquore il suoi tipici aromi intensi e profumati. 

rosoli gibisella

La  leggenda vuole che Il primo rosolio sia stato prodotto dalle suore siciliane, e che lo usarono per salvare tantissime persone dal colera. Questo aneddoto ha donato al rosolio siciliano la fama di essere un potente toccasana, un concentrato di positività. E’ un’antica tradizione infatti, offrire o regalare il rosolio come segno di buon augurio.

Il brand Gibisella è giovane e nasce nel 2017, ma la passione e l’arte di produrre le specialità liquoristiche domestiche nella famiglia Gibilaro sono antichissime. Il titolare, Alfonso Gibilaro, è nato e cresciuto nel cuore di questa tradizione “Non ricordo di avere imparato a fare i rosoli, li ho fatti da sempre, una naturale attitudine, come camminare e parlare. Una passione ereditata che nel corso degli anni è cresciuta fino a diventare un impegno imprenditoriale quasi inevitabile

Il QR code a forma di bicchierino nato dalla partnership di QualityChain e Rosoli Gibisella

Gibilaro ha deciso di dar vita a una collaborazione con QualityChain, con lo scopo di rendere completamente trasparente la filiera del suo rosolio, e offrire ai consumatori un’esperienza più piena e completa del suo prodotto. Con questo obiettivo ogni bottiglia di rosolio è stata dotata dell’esclusivo QR Code a forma di bicchierino, attraverso il quale ogni consumatore può accedere alla storia del rosolio, interamente raccontata con testi e immagini e registrata con la tecnologia Blockchain, che rende ogni informazione indelebile e non modificabile.

Questa nuova collaborazione ci porta ancora un passo più vicini alla vision di QualityChain: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

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Il Ravece “Campo de’ prevete” si racconta con QualityChain

L’azienda agricola Cinque Quattro ha scelto di utilizzare il QR Code di QualityChain per mostrare in maniera trasparente la sua storia e la sue tecniche ai consumatori.

Oggi ci troviamo a Grottolella, in provincia di Avellino, immersi tra le colline dell’Irpinia. È qui che nasce l’Olio Extravergine Ravece “Campo de’ prevete”, prodotto dall’azienda agricola Cinque Quattro, la cui storia è stata resa indelebile dalla tecnologia blockchain di QualityChain.

L’azienda dispone di 10 ettari di terreno nell’agro di Grottolella, nei quali coltiva e si prende cura di oltre 700 ulivi appartenenti a diverse varietà irpine. La qualità della produzione olivicola di quest’area è favorita dalla buona ventilazione che ostacola il ristagno dell’umidità, tenendo così lontana la mosca olearia. 

La raccolta negli uliveti di Cinque Quattro a Grottolella

Enzo Saccone, titolare dell’azienda, ha scelto di collaborare con QualityChain per valorizzare il suo pregiato Ravece “Campo de’ prevete”, un extravergine prodotto da olive coltivate esclusivamente nel territorio di Grottolella. Il Ravece all’olfatto si rivela fruttato, con piacevoli note erbacee e netti sentori di pomodoro acerbo, percepibili distintamente anche al gusto. All’assaggio si rivela armonico, con intense ma sempre piacevoli ed equilibrate sensazioni di amaro e piccante, in armonia con l’elevato contenuto in polifenoli. Il Ravece ha inoltre un’acidità pari allo 0,2%, che lo posiziona tra gli oli d’eccellenza.

La bottiglia di Olio Extravergine Ravece con il QR code di QualityChain.

Con lo scopo di informare i consumatori sulla storia e sulle caratteristiche di questo olio pregiato, ogni confezione di Ravece è stata dotata dell’esclusivo QR Code a forma di oliva, attraverso il quale ogni consumatore può accedere alla storia della filiera dell’olio, interamente raccontata con testi e immagini e registrata con la tecnologia Blockchain, che rende ogni informazione indelebile e non modificabile.

Questa nuova collaborazione ci porta ancora un passo più vicini alla vision di QualityChain: un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare e educare sulla qualità dei prodotti.

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blockchain food marketing

QualityChain sbarca in Abruzzo e racconta l’olio del Frantoio Verna

La famiglia Verna, da 150 anni produttrice di olio d’oliva pregiato, ha deciso di utilizzare QualityChain per comunicare ai consumatori la qualità dei suoi prodotti.

Ci troviamo nei pressi di Guardiagrele, in provincia di Chieti, in una campagna rigogliosa a metà strada tra le vette della Majella e il mare. È qui che nel 1861, insieme all’Unità d’Italia, ha inizio la storia del Frantoio Oleario Verna, che da oltre 150 anni produce olio d’oliva di altissima qualità.

Gli ulivi ultrasecolari del Frantoio Verna

Il frantoio dispone di mille piante, coltivate esclusivamente con sistemi naturali e con un’agricoltura biologica, senza l’utilizzo di concimi chimici e rispettando le fasi di crescita e maturazione delle olive. Gli uliveti sono immersi in un ambiente pedecollinare che si caratterizza per un microclima particolarmente favorevole, in grado di proteggere i meravigliosi ulivi ultrasecolari dalla mosca olearia.

L’azienda è oggi portata avanti da Alessandra, Carlo e Giustiniano Verna, i “fratelli dell’olio” come vengono chiamati affettuosamente dai loro clienti, che portano avanti l’eredità del loro bisnonno Antonio. I tre fratelli conducono il frantoio all’insegna dell’innovazione, grazie agli ammodernamenti effettuati nel 2015, ma restando sempre nel solco dell’originaria vocazione artigianale, producendo oli d’oliva “di nicchia”, non disponibili nella grande distribuzione ma di qualità altissima.

I tre fratelli Verna, che oggi conducono il frantoio

È con grande entusiasmo che il team di QualityChain ha iniziato a lavorare insieme a Carlo Verna per raccontare le storia di due di questi prodotti. Il primo è un grande classico, l’Olio Extravergine di Oliva Verna, che i Verna ricavano esclusivamente da olive locali in prevalenza della varietà Gentile di Chieti, selezionate con cura e subito lavorate in frantoio con sistema di spremitura continua a freddo.

Il secondo è un olio più raro e prezioso: il Monocultivar di Intosso Verna, un olio extravergine ottenuto esclusivamente da olive biologiche italiane di varietà Intosso, anch’esso estratto a freddo subito dopo la raccolta e la selezione delle olive.

La storia di questi due prodotti è stata resa indelebile dalla tecnologia blockchain di QualityChain: il dato, invece di trovarsi su un unico computer, viene distribuito su decine di migliaia di computer, rendendolo quindi indelebile e sempre verificabile dal consumatore (la blockchain la trovi spiegata facile facile qui).

La bottiglia di Monocultivar Intosso con il QR code di QualityChain

Grazie alla collaborazione tra le due aziende, tutti i clienti del frantoio Verna potranno ora scoprire la storia e le tecniche di produzione di questi prodotti utilizzando solamente il loro smartphone, scansionando l’esclusivo QR code a forma di oliva apposto su ogni bottiglia. È così che ha inizio l’esperienza digitale dell’olio Verna, un tour guidato attraverso la filiera dell’olio, dall’uliveto alla tavola.

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blockchain food

La cantina Lefiole racconta i suoi vini con QualityChain

Due sorelle, un territorio straordinario e una tradizione di famiglia che dura un secolo: questi gli ingredienti della storia che abbiamo deciso di raccontare con QualityChain.

Il racconto inizia negli anni ‘20. Nonno Guglielmo torna dall’Argentina e decide di mettere radici a Montalto Pavese, terra dei suoi antenati, dove compra i primi ettari di terreno.

L’Oltrepò Pavese è una terra incredibile, attraversata dal 45° parallelo, la latitudine ideale di tutti i grandi vini del mondo. Qui pianura, collina e montagna si abbracciano in un panorama mozzafiato, disseminato di castelli e antichi borghi.  A fare da padrona tra queste colline è la vite, che da secoli dona ricchezza al territorio e dà vita ad alcuni dei vini più importanti dell’intera produzione italiana. 

panorama oltrepò pavese vini antichi
Il panorama dell’Oltrepò Pavese e le bottiglie prodotte da Guglielmo Piaggi.

È proprio alla vite che Guglielmo Piaggi dedica la sua vita, e dopo di lui suo figlio, Enzo, che dal suo quattordicesimo compleanno a oggi non ha mai smesso di lavorare e prendersi cura della vigna, prima con suo padre e poi con sua moglie Angela e le sue figlie, Elisa e Silvia.

Elisa e Silvia Piaggi nel vitigno di Lefiole

Sono loro, nel 2017, a decidere di dare un volto e un nome alla produzione. Nasce il brand Lefiole, un’espressione affettuosa che nella lingua oltrepadana indica le ragazze, e che oggi identifica i vini che vengono prodotti nella loro tenuta di Montalto Pavese.

Il primo si chiama Alené, dalla fusione dei nomi di mamma Angela e papà Enzo, ed è un Pinot Nero. Questo vitigno, tra i più nobili a livello internazionale, è originario della Borgogna, ma ha trovato una seconda casa nell’Oltrepò Pavese da quasi due secoli. 

Il secondo, Elivià dai nomi di Elisa e Silvia, è un Pinot Grigio, dal colore giallo paglierino e riflessi ramati.

Elisa e Silvia Piaggi degustano Elivià e Alené

Le storie di entrambi i vini sono oggi raccontate e rese indelebili grazie a QualityChain, che utilizza la tecnologia blockchain (spiegata facile facile qui) per rendere le informazioni sicure e sempre verificabili dai consumatori.

I vini tracciati su blockchain QualityChain della cantina Lefiole

Sarà possibile infatti, scansionando il QR code a forma di calice appeso alla bottiglia, scoprire la storia, i valori e le tecniche di produzione che stanno dietro a questi vini d’eccellenza, e verificarle tramite l’apposita prova blockchain. Tutto a portata di smartphone, utilizzando solo la fotocamera, nel caso degli iPhone, o un’App di scansione QR in caso di dispositivo Android.

Le bottiglie di Alené e Elivià, dotate di questa tecnologia, saranno ora commercializzate attraverso diversi canali, dalla vendita diretta a ristoranti, enoteche e canali online, e permetteranno ai nuovi consumatori di conoscere ogni dettaglio del vino che si versano nel bicchiere. 

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